Il fato manipolato.

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Il fato manipolato.

A cura di Vincenzo Adinolfi

Scopo di questo scritto è di analizzare i legami esistenti tra magia ed astrologia con particolare riferimento alle tecniche su come evitare il fato imposto. Si suppone che le influenze astrali che influenzano un pianeta, possano essere incanalate ed utilizzate empiricamente secondo le intenzioni dell’operatore che abbia opportune conoscenze. Ma, prima di procedere in questa analisi, soffermiamoci a vedere come si è avuto il passaggio dall’astrologia predittiva (divinatoria) all’astrologia operativa (magia planetaria).

Nella storia della civiltà dal momento in cui l’uomo cominciò a prendere maggior coscienza di se stesso e delle sue possibilità, cominciò parallelamente ad avere aspirazioni più forti verso una giustizia divinache trattasse ognuno secondo i propri meriti. L’idea che il destino di ogni essere umano fosse predeterminato e ineluttabile, divenne un peso opprimente per chiumque. Allora, non riuscendo a rassegnarsi passivamente alla fatalità, l’uomo si rivolse, per liberarsi da tale orrido fardello, più che ai lumi della ragione, all’arte sacra della magia. Ed è così, che accanto alla classica astrologia predittiva (divinatoria) vediamo apparire i primi elementi di magia astrologica (operativa). In effetti, mentre l’astrologia divinatoria sembrava implicare un rigido fatalismo, presumendo che la posizione delle stelle al momento della nascita determinasse il destino dell’individuo, l’astrologia operativa considerava gli astri non tanto come forze ineluttabili, quanto come elementi di un sistema valido per sfuggire al fato. Quindi lentamente si sviluppò al fianco dell’astrologia predittiva e castigatrice, un’astrologia che dava le chiavi della mutazione in cui gravava l’essere. A questo punto è d’obbligo inserire i temi di “libero arbitrio” e di “Karma” e riflettere sulla possibilità o meno di mutare il destino. Inoltre, se ciò è possibile, fino a che punto è giusto modificarlo?

Il libero arbitrio

Dopo secoli, di infinite contese e teorie, l’eterna lotta tra determinismo e libero arbitrio non solo si conferma viva, ma rimane un problema insolubile. Alla secolare diatriba hanno preso parte filosofi, religiosi, scienziati e saggi di ogni tempo e ciascuno sostiene le proprie tesi. Oggi, nonostante il progesso della scienza, questo dibattito non si risolve né in un senso né in un altro. Interessante il punto di vista di uomini di cultura, fra i tanti cito Jorge Luis Borges, che scrisse: “Altrettanto mi accade con il libero arbitrio, quest’illusione necessaria che ci fa sentire padroni delle nostre azioni”.
Fino a che punto siamo padroni del nostro destino? Lungi dal chiudere il dibattito cercherò di fornire argomenti, che possano far riflettere sul tema. Ricordate l’insegnamento di Gesù che dichiarò di non essere venuto sulla terra per distruggere la legge, bensì per compierla; ebbene, Gesù non si oppose al proprio destino benché lo conoscesse. Insomma, ci viene da intendere un’astrologia, che non muti gli eventi, ma che ci serva di aiuto per la comprensione della sofferenza come evoluzione spirituale dell’essere.

 


Il Karma

Questo è un altro argomento interessantissimo, sul quale lascio la parola al celebre mistico Omraam Mikhael Aivanhov, il quale asserisce: “Il mezzo migliore per non aggravare il proprio Karma è quello di accettare il proprio destino e lasciare che si compia, senza cercare di sfuggirgli. In questo modo si pagano correttamente i propri debiti fino a esserne completamente liberi. Nella vita corrente chi è indebitato deve saldare i propri debiti; se si rifiuta, lo si persegue, ma appena se ne è liberato, lo si lascia tornare tranquillamente alla propria casa. Cercando di usare astuzia, egli non farebbe che aggravare la sua posizione. Sarebbe come quel criminale che evade per non scontare gli anni di prigione ai quali è stato condannato: se lo si riacciuffa, la sua pena diventa ancora più pesante. Ebbene, il Karma applica le stesse leggi. In realtà esiste un mezzo non solo per rendere più pesante il proprio Karma, ma anche per accelerare il processo di liberazione. Bisogna solo accettarlo saggiamente facendo come i santi, i profeti e i mistici che avevano deciso di lavorare pe il mondo intero, di aiutare gli uomini e di sacrificarsi per loro”. Da queste parole capiamo che esiste, almeno secondo questo insegnamento, un modo, per mutare la condizione a cui l’uomo è soggetto. Ed è proprio il modo di manipolare il fato, lo scopo di questa ricerca.

Rifocalizzando l’attenzione sulle procedure tecniche adottate dall’inizio dei tempi per incanalare le influenze astrali, scopriamo che ogni costellazione ha i suoi geni e ogni pianeta la sua schiera, con un Arcangelo governante. Nella cabalistica vengono trattate queste tematiche attraverso una vasta e complessa struttura delle forze angeliche e demoniache dei pianeti, attribuite ai sephiroth. Queste forze essendo energie indefinite si dovrebbero concepire come informi, ma ciò non è esattamente vero, poichè, l’uomo ha strutturato immagini archetipiche sulle forze astrali.

La scienza delle immagini è fondamentale per tutte le operazioni di magia astrologica. Le immagini sfruttano le proiezioni archetipiche dell’uomo che caricano la figura incisa, scolpita o plasmata della frequenza attribuitagli. In effetti in cielo non vi sono tavole dipinte, né figure, né caratteri, né segni, ma soltanto astri; le cui disposizioni cambiano continuamente secondo tempo e luogo di osservazione. Questo lo sapevano anche gli antichi, ma fin dalle più remote contemplazioni della volta celeste, nelle disposizioni degli astri immaginarono di vedere quei segni, quei simboli, ai quali poi vennero attribuite le cause di eventi terreni che non si sapevano spiegare. Così si stabilirono con il passare del tempo delle corrispondenze simboliche tra cielo e terra, tra cosmo e uomo. Infine quelle configurazioni e quei segni divennero archetipi, vale a dire enti operanti della psiche individuale. La forza degli astri può essere impressa nei talismani attraverso una precisa ritualistica e potenziata da immagini opportunamente scelte, che rievocano il potere cercato. Il talismano infatti è una realizzazione materiale che assomma in un oggetto un’immagine e le virtù attribuitegli che agiscono anche psicologicamente, stimolando la mente dell’operatore e delle persone circostanti.

Accanto ai talismani ricoprono una certa importanza i cosiddetti“Quadrati magici”, figure da incidersi opportunamente in alcuni talismani, rafforzandone così l’effetto o attenuandone l’influenza. Gli antichi possedevano già tali conoscenze e Cornelio Agrippa ce ne parla. Ma, ci si può chiedere: chiunque può ottenere tali risultati, oppure soltanto un operatore particolarmente adatto, particolarmente preparato?
Sappiamo che in Alchimia è richiesta una sorta di qualifica; infatti, la sola conoscenza della Filosofia ermetica non è sufficiente a colui che vuol compiere la Grande Opera. Nel campo della magia astrologica pare che non vi sia lo stesso grado di rigore, ma come conferma Cornelio Agrippa: – la cosa arcana e segreta, necessaria a chi voglia bene operare in quest’arte, cosa che è il principio e la chiave di tutte le operazioni magiche è la “dignificazione” – (la Filosofia occulta o la Magia). Per cui è questo elemento, non ben definito: la “dignità”, a permettere che il processo si realizzi. Un uomo di indubbia “dignità” fu Guido Bonatti di Forlì.

Il noto mago-astrologo conosceva un farmacista caduto in miseria, con il quale spesso giocava a scacchi. Guido gli fabbricò l’immagine in cera di una nave dotata di potenza astro-magica, e gli disse di conservarla e non farne parola. Il farmacista riconquistò la sua ricchezza, ma conturbato dal pernsiero che la nave portafortuna fosse opera di magia nera, confidò la storia in confessione, ed il prete gli ordinò di distruggere questo prodotto della superstizione. Ubbidì, ma perse di nuovo ogni avere e quindi domandò a Bonatti di fabbricargli un’altra nave; ma questi lo chiamò stolto e gli disse che l’ora propizia non sarebbe tornata prima di cinquanta anni.

Infine, come corrispondenza occulta tra l’uomo e le stelle, dobbiamo annoverare le “invocazioni” eseguite mediante preghiere o altre cerimonie. In tali procedure si sceglie il momento più adatto per appellarsi ad una certa forza e si cerca di correggere la configurazione celeste negativa, mediante un’altra favorevole.
La preghiera planetaria non è una preghiera nel vero senso della parola: non è la preghiera religiosa con cui l’orante si rivolge umilmente alla divinità in segno di adorazione e di supplica. Al pianeta, cioè all’ente (angelo, spirito, intelligenza o demone) da esso simbolegiato non si chiede la grazia. La preghiera planetaria mira a stabilire o a ravvivare un patto tra la terra e il cielo, tra l’uomo e l’ente astrale, al fine di ottenere ciò che desidera. Essa letteralmente può essere costituita da una o più parole, da un mantra, da un versetto o da un intero salmo biblico. Formulando la preghiera, si pone e si richiama una corrispondenza anagogica tra la voce e la materia, tra le parole e le lettere, tra la fisica e gli atomi. Un esempio di alta ritualistica applicata ci viene tramandata da Tommaso Campanella, il quale ha dato la dimostrazione pratica della validità della magia astrologica al fine di recuperare la salute o di stornare la minaccia di un eventuale malanno. Il procedimento filosofico e magico fu attuato da Campanella nel 1628 per aiutare il papa Urbano VIII.

Il rituale includeva una certa rigorosità e complessità: in una stanza del Vaticano opportunamente preparata erano accese due lampade e cinque torce disposte in modo da raffigurare il sole, la luna e i cinque pianeti in una configurazione astrale propizia allo scopo. La descrizione esposta dallo stesso Campanella sembra incompleta; evidentemente una parte doveva restare segreta. Non è segreto invece che il pontefice allora già anziano e malato guarì e visse felicemente per altri sedici anni. Anche se in tali pratiche alcuni vedrebbero riemergere un antico culto pagano verso le potenze stellari personalmente credo si possa abbozzare l’idea del riaffiorare del desiderio sepolto dell’antica potenza magica dell’uomo primigenio, il quale obbedendo alla legge del suo altissimo fattore poteva intercedere presso gli angeli, i demoni e gli elementi non come implorante geremiade in forma di crudo comando ma in veste di un’armonica corrispondenza divina ove l’intero spirito dell’universo si riverbera in esso.
Il Microcosmo è uguale al Macrocosmo.

 

Info sull'autore.

Vincenzo Adinolfi. 

Psicologo clinico, è docente a contratto presso la cattedra di Sociologia delle Emozioni della Link Campus University of Malta. Dopo la Laurea in Psicologia ha conseguito il diploma quadriennale in Ipnosi clinica e Psicoterapia Eriksoniana. Parallelamente il suo amore per l'oriente l'ha condotto ad intraprendere un intenso studio sulla Medicina Tradizionale Cinese e l'Ayurveda Indiana; tutto ciò gli ha permesso di entrare in contatto con vari luminari del campo, che l’hanno aiutato ad affinare la sua conoscenza nel settore. La sua esperienza professionale è caratterizzata dall’attività di psicoterapeuta, insegnante, ricercatore; tiene conferenze e seminari in tutta Italia. Ha fondato il Gruppo di Ricerca la Gemma del Cielo (sedi Roma, Avellino e Milano) per promuovere il metodo di insegnamento del QiGong Integrato. Coniugando il suo interesse per l’aspetto clinico a quello della tradizione orientale ha strutturato percorsi formativi caratterizzati da tematiche proprie della scuola di psicologia occidentale unitamente a elementi di filosofia orientale, dando un taglio squisitamente pratico alle discipline insegnate. Le materie di insegnamento sono comunicazione, gestione dello stress, tecniche di rilassamento, meditazione, qi gong, yoga e altre discipline orientali erogate sia sotto forma di coaching individuale che di gruppo.

 

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